Afghanistan. I Talebani al potere. Il Popolo afghano non crede ai "talebani moderati". La diplomazia internazionale al lavoro

di redazione 18/08/2021 NON SOLO OCCIDENTE
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I talebani hanno il pieno potere in Afghanistan dove anche oggi, segnala Emergency, ci sono stati conflitti a fuoco e violenze sulla folla che tenta di lasciare il Paese. In diverse città manifestanti sono scesi in piazza in sostegno del tricolore, orgoglio per milioni di afghani che non vogliono verderlo sostituire con la bandiera bianca con la scritta Shahada, che i talebani hanno issato in diverse città conquistate e hanno esposto durante la prima conferenza stampa, ieri a Kabul. Manifestazioni sono state segnalate in diverse città tra cui Khost e appunto Jalalabad.

"La situazione a Kabul è migliorata ma resta incerta. Non ci sono conflitti a fuoco se non all'aeroporto dove anche stamattina ci sono stati conflitti a fuoco e repressione delle masse che tentavano di prendere i voli", ha detto in collegamento via Zoom Alberto Zanin, coordinatore medico del centro chirurgico per vittime di guerra di Emergency a Kabul.

In aeroporto, ha spiegato, "ci sono feriti da arma da fuoco perché qualcuno sta impedendo di avvicinarsi agli aerei, anche se ci viene difficile capire chi fa che cosa. Stamattina la situazione era ancora calda, con raffiche contro i civili, ma ad ora non abbiamo ancora ricevuto feriti dall'aeroporto".

Zanin ha raccontato che nella notte "ci sono state raffiche di kalashnikov nel nostro distretto" e lo staff "resta preoccupato. Nessuno - ha sostenuto - sa dire oggi se continueranno gli scontri o le manifestazioni di dissenso, di certo c'e' ancora instabilita' e dall'osservazione diretta, c'e' grande incertezza" ha concluso.

Intanto resta l'incertezza sulle sorti di Ashraf Ghani. L'ambasciata afghana in Tagikistan ha richiesto all'Interpol di arrestare il presidente deposto, del consigliere per la sicurezza nazionale, Hamdullah Mohib e di Fazel Mahmood, ex capo consigliere di Ghani. L'arresto è stato richiesto dopo le notizie di una fuga di Ghani dall'Afghanistan con borse piene di denaro. Secondo alcuni media locali l'ex presidente si trova in questo momento ad Abu Dhabi. Altri media internazionali riferiscono invece che Ghani è arrivato nell'Oman dopo essere stato respinto dal Tagikistan.

Intanto resta l'incertezza sulle sorti di Ashraf Ghani. L'ambasciata afghana in Tagikistan ha richiesto all'Interpol di arrestare il presidente deposto, del consigliere per la sicurezza nazionale, Hamdullah Mohib e di Fazel Mahmood, ex capo consigliere di Ghani. L'arresto è stato richiesto dopo le notizie di una fuga di Ghani dall'Afghanistan con borse piene di denaro. Secondo alcuni media locali l'ex presidente si trova in questo momento ad Abu Dhabi. Altri media internazionali riferiscono invece che Ghani è arrivato nell'Oman dopo essere stato respinto dal Tagikistan.

Abbiamo purtroppo dovuto assistere a scene drammatiche" ma "siamo riusciti in condizioni di assoluta emergenza a riportare a casa i nostri connazionali e alcuni dei nostri collaboratori afghani che in questi anni ci hanno consentito di operare in un contesto difficile. In Afghanistan stiamo assistendo ad una grande tragedia umanitaria e tutti stiamo dando il massimo mettendoci tutto il cuore e la professionalità di cui siamo capaci".

Lo dice all'ANSA Tommaso Claudi, console italiano, rimasto a Kabul per mantenere un collegamento operativo con la Farnesina e gestire tutte le operazioni di rientro in loco.
    "La macchina della Farnesina - aggiunge il diplomatico - non si è fermata un attimo ed ha continuato ad operare senza sosta, in stretto coordinamento con la catena militare italiana e internazionale. Stiamo monitorando continuamente l'evolversi della situazione e siamo in contatto continuo con il resto dell'Ambasciata a Kabul che, dopo il rientro in Italia dall'Afghanistan, si è immediatamente ricostituita presso la Farnesina ed è già pienamente operativa".

I talebani: "Nessuna vendetta" Durante la prima conferenza stampa dopo la conquista di Kabul i talebani hanno assicurato: "Nessuna vendetta nei confronti dei collaboratori". Le donne "parteciperanno alla vita sociale, potranno andare a scuola", ma - hanno precisato - sempre nel rispetto della legge islamica, della Sharia.  I talebani hanno perdonato tutti, sulla base di ordini dei loro leader, e non nutrono inimicizia nei confronti di nessuno, ha affermato il portavoce, Zabihullah Mujahid, in una conferenza stampa. Mujahid ha dichiarato che "presto sarà raggiunto un accordo con cui verrà insediato un governo islamico nel Paese".  "Dopo 20 anni di lotta abbiamo liberato il paese ed espulso gli stranieri. E' un momento di orgoglio per l'intera nazione", ha detto,  L'emirato islamico dell'Afghanistan promette a tutti i paesi del mondo che l'Afghanistan non sarà una minaccia per nessun paese, ha detto il portavoce dei talebani.  Sono in molti però a non credere alle promesse dei talebani. In Afghanistan c'è molta paura e i migliaia continuano a fuggire come possono. A non credere alle promesse dei talebani sono soprattutto le donne, che restano chiuse nelle proprie case in attesa di certezze. Ma non manca chi continua a lavorare e chi sfida la paura e scende in piazza. 

La diplomazia al lavoro 

L'Europa guarda preoccupata, in attesa di un'ondata di profughi. A livello interno, si cerca una transizione pacifica e il tentativo di mediazione è nelle mani dell'ex presidente Hamid Karzai - rimasto a Kabul - che ha creato, insieme al vicepresidente Abdullah Abdullah e all'ex capo dei mujaheddin, Hekmatyar, un gruppo di coordinamento per trattare con Amur Khan Mutaqi, il comandante talebano.  Un G7 virtuale è stato convocato per la prossima settimana dal presidente Usa Joe Biden e dal premier britannico Boris Johnson per concordare una strategia comune di fronte al caos in Afghanistan. Gli Stati Uniti minacciano sanzioni se mancherà il rispetto dei diritti umani e civili ma restano aperti al dialogo con i talebani. L'intelligence, secondo i media, avvisò dei pericoli. Tre commissioni a guida dem chiedono un'indagine al Senato.

Il Canada annuncia che non riconosce il governo talebano. Per Cina e Russia, invece, ci sono segnali positivi. La Cina sollecita i talebani a unirsi nel dialogo a tutte le fazioni in Afghanistan per costruire un regime "aperto e inclusivo" e mettere in atto una politica interna ed estera "moderata e stabile" che protegga istituzioni e cittadini stranieri nel Paese. Ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, in risposta alle dichiarazioni della prima conferenza stampa tenuta ieri dagli insorti al potere a Kabul.  Ue-Usa-Gb, profondamente preoccupati per donne afghane "Siamo profondamente preoccupati per le donne e le ragazze afgane, i loro diritti all'istruzione,al lavoro e alla libertà di movimento. Chiediamo a coloro che occupano posizioni di potere e autorità in tutto l'Afghanistan di garantire la loro protezione". Si legge in una dichiarazione firmata da Ue, Usa, Albania, Argentina, Australia, Brasile,Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Salvador, Honduras,Guatemala, Macedonia del Nord, Nuova Zelanda, Norvegia,Paraguay, Senegal, Svizzera e Regno Unito.  Johnson promette piano umanitario. Il premier Gb: "Giudicate i talebani per le loro azioni" Il Regno Unito si impegna a "fare tutto il possible per prevenire una crisi umanitaria" in Afghanistan dopo l'avanzata dei Talebani seguita al ritiro della Nato e a "sostenere" gli afgani in fuga che negli ultimi anni hanno collaborato con l'Occidente.

Lo ha detto il premier Boris Johnson aprendo un dibattito straordinario alla Camera dei Comuni, richiamata per un giorno dalle ferie estive. Johnson ha poi insistito che i 20 anni di missione militare sono stati "un successo malgrado le tante difficoltà" rispetto all'obiettivo cruciale del dopo l'11 settembre 2001 di "estirpare al Qaida e fare il possibile per stabilizzare il Paese".  Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha detto esortato a giudicare i talebani per le loro azioni, mettendo in guardia la comunità internazionale dal riconoscere "prematuramente o bilateralmente" gli estremisti islamisti che hanno preso il potere in Afghanistan. "Giudicheremo questo regime in base alle scelte che fa e dalle sue azioni piuttosto che dalle sue parole, dai suoi atteggiamenti nei confronti del terrorismo, della criminalità e della droga, nonché dell'accesso umanitario e del diritto delle ragazze a ricevere un'istruzione", ha detto riferendo in Parlamento.  La Cina: "I talebani seguano una politica moderata" 

La Cina si aspetta che i talebani e le varie fazioni dell'Afghanistan stabiliscano "una struttur aperta e inclusiva attraverso il dialogo e la consultazione,attuino una politica interna ed estera moderata e stabile, e proteggano in modo efficace la sicurezza di istituzioni e personale stranieri". Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, sulla prima conferenza stampa di ieri a Kabul dei talebani, ha detto che Pechino, "allo stesso tempo, si aspettala repressione risoluta di tutti i tipi di forze terroristiche,incluso 'il movimento islamico del Turkestan orientale'", accusato di aver fatto in passato attentati in Cina.  



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